Uscito il 25 settembre 2015, il CD musicale “Cantate Domino – La Cappella Sistina e la Musica dei Papi” ha rappresentato la prima registrazione effettuata proprio all’interno della Cappella Sistina, su permesso del Vaticano. L’esibizione canora ha visto come protagonisti, da un lato il coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina, diretto al tempo da Monsignor Massimo Palombella, dall’altro il Coro dei Pueri Cantores, guidati da Marcos Pavan. Anche il CD “Cantate Domino – La Cappella Sistina e la Musica del Papi” è nato dalla collaborazione tra l’allora direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina Monsignor Massimo Palombella e il marchio discografico tedesco “Deutsche Grammophon”.

Proprio Monsignor Massimo Palombella, all’interno del libretto di accompagnamento del CD musicale “Cantate Domino – La Cappella Sistina e la Musica dei Papi”, scrisse che i brani presenti in questa produzione raccoglievano i canti caratteristici che avevano attraversato l’intero anni liturgico della Chiesa, “dal tempo di Avvento alla solennità dei santi Pietro e Paolo”. Inoltre, esso ha racchiuso i più bei brani della musica sacra e corale, con la figura di Giovanni Pierluigi da Palestrina a vantare il maggior numero di inni all’interno della raccolta musicale. La motivazione di questa scelta è fornita dallo stesso Monsignor Massimo Palombella che, sempre all’interno del libretto di presentazione del CD, ha affermato: “Giovanni Pierluigi da Palestrina è il compositore che ha più spazio all’interno della presente raccolta, proprio in forza del suo legame stretto con la Cappella Musicale Pontificia <<Sistina>> e anche perché, in qualche modo, è la figura di <<sintesi>> del Rinascimento per quanto compete la musica destinata alla Liturgia”. Le tracce musicali presenti all’interno del CD “Cantate Domino – La Cappella Sistina e la Musica del Papi” sono 16 e sono suddivisi a seconda del tempo liturgico alle quali afferiscono: – Tempo di Avvento. Questa sezione comprende i primi 4 canti della raccolta, così distribuiti: 1. “Rorate Caeli desuper”: canto gregoriano, si tratta dell’Antifona di “Introito” della Quarta domenica d’Avvento. L’esecuzione del ritornello avviene in coro, mentre il verso del salmo è curato da un tenore solista; 2. “Ad Te Levavi”: curato dalle melodie di Giovanni Pierluigi da Palestrina, si tratta dell’Antifona di offertorio della prima domenica di Avvento, realizzato a 5 voci; – Tempo di Natale. Questa sezione include 2 brani: 1. “Magnificat VIII toni”, sulla melodia di Orlande de Lassus, è stato eseguito a più voci, con alternanza tra solista e coro; 2. “Lumen ad Revelationem Gentium”: eseguito in stile gregoriano, esso rappresenta l’antifona di processione della Festa della Presentazione del Signore Gesù al tempio di Gerusalemme, riprendendo le parole del profeta Simeone. L’antifona viene ripetuta più volte, introducendo poi il resto del canto che lo stesso Simeone pronuncia, tenendo in braccio il piccolo Gesù e riprese da una pagina dell’Evangelista Luca.

Il canto prende il nome di “Nunc Dimittis”, la cui melodia è stata attribuita a Giovanni Pierluigi da Palestrina, anch’esso eseguito a più voci, con l’alternanza di un solista che introduce poi la risposta del coro in polifonia; – Tempo di Quaresima.

I canti inclusi nella sezione del cd

Questa sezione include i seguenti canti:

  1. Super Flumina Babylonis”: sulle melodia di Giovanni Pierluigi da Palestrina, si tratta di un mottetto ispirato al salmo 42, riprodotto a più voci, che richiama la deportazione del popolo d’Israele in Babilonia. La prima parte del canto esprime il dolore del popolo, la seconda è una sorta di riflessione sul destino, che è chiamato a vivere;
  2. “Improperium expectavit cor meum”: curato anch’esso da Giovanni Pierluigi da Palestrina, esso è l’Antifona di Offertorio della Domenica delle Palme ed è stato eseguito a 5 voci;
  3. “Miserere”, di Gregorio Allegri. Esso rappresenta il primo salmo meditato durante le Lodi Mattutine del Venerdì Santo ed è stato ripreso nella versione originale, in conformità al Codice Sistino del 1661. Inoltre, il Miserere è stato eseguito a quattro voci, con il quartetto che ha registrato l’esibizione dalla Sala Regia, stanza adiacente alla Cappella Sistina;
  4. “Christus Factus Est Pro Nobis”, inno gregoriano, è il graduale del Venerdì Santo” ed è stato eseguito dall’intera Schola Cantorum;
  5. “Christus Factus Est Pro Nobis”, nella versione polifonica di Felice Anerio, realizzato però unicamente a 4 voci;
  6. “Popule Meus”, le cui melodie sono state curate da Tomas Luis De Victoria. Eseguito a quattro voci, accompagna il momento dell’adorazione della Croce durante la Liturgia del Venerdì Santo;
  7. “Adoramus te, Christe”. Sulla melodia di Giovanni Pierluigi da Palestrina, è eseguito dalle sole voci maschili pari, come accompagnamento all’adorazione della Croce, nel corso della Liturgia del Venerdì Santo; – Tempo Pasquale.

Continuiamo a leggere sul blog di Monsignor Massimo Palombella che si tratta di quel periodo dell’Anno Liturgico che va dalla Domenica di Pasqua alla Domenica di Pentecoste, 50 giorni dedicati alla gioia della Resurrezione. Questa sezione è composta dalle seguenti tracce musicali: 1. “Sicut Cervus”: Esso è il cantico che si esegue dopo la VII Lettura della Veglia Pasquale ed è realizzato da un coro a 4 voci. Ispirato al Salmo 42, è un celebre mottetto di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che si distingue per la sua particolare complessità formale, a cui si mescolano un’elevata ispirazione melodica e la corrispondenza tra le forme musicali ed il testo cantato; 2. “Angelus Domini”, è l’Antifona di Offertorio che accompagna la celebrazione della Domenica in Albis, denominata da San Giovanni Paolo II “Domenica della Divina Misericordia che cade la domenica successiva alla Pasqua di Resurrezione. Sempre sulla melodia di Giovanni Pierluigi da Palestrina, il canto è eseguito a 5 voci, in polifonia, richiama l’annuncio dell’Angelo alle donne che, recatesi al sepolcro, trovano la tomba vuota e ricevono la notizia della Resurrezione del Signore; 6. “Iubilate Deo”: questo canto si gioca sulle melodie di Orlande De Lassus ed è stato eseguito a 4 voci miste; – Festa dei Santi Pietro e Paolo. Questa è la sezione che chiude il CD “Cantate Domino – La Cappella Sistina e la Musica dei Papi”. In quest’ultima parte del CD, Monsignor Massimo Palombella ha inserito due dei canti eseguiti nel corso della festività dei Santi Apostoli, Primi Pontefici Romani. Canti in grado di esaltare e celebrare in pienezza la solennità dei due Santi.

Cosa c’è nell’ultima traccia del CD?

L’ultima traccia sonora del CD, pertanto, racchiude due brani, entrambi composti, ancora una volta, da Giovanni Pierluigi da Palestrina: 1. “Constitutes Eos Principes”. Esso rappresenta l’Antifona di Offertorio, eseguita a 4 voci in occasione della Solennità dei Santi Pietro e Paolo e della Festa di San Mattia Apostolo; 2. “Tu Es Petrus”: quest’ultimo mottetto, che chiude le tracce sonore del CD “Cantate Domino – La Cappella Sistina e la Musica dei Papi”, è eseguito a 6 voci. Intenso e lungo, si tratta di un canto che ha come obiettivo risaltare l’autorità di Pietro, a partire dalle parole di Gesù, che lo insignì del ruolo di Capo degli Apostoli e della Chiesa. Infatti, le parole dell’inno sono le stesse pronunciate da Gesù nel Vangelo secondo Matteo, capitolo 16, versetti da 13 a 20. Il CD ebbe un grande successo, legittimato anche dalle parole di  Sua Eccellenza Monsignor Georg Gänswein. Quest’ultimo, infatti, al tempo Prefetto della Casa Pontificia, nel corso della conferenza stampa di presentazione del CD “Cantate Domino – La Cappella Sistina e la Musica dei Papi”, affermò: “La pubblicazione di un CD musicale con la prestigiosa etichetta discografica Deutsche Grammophon costituisce un evento inedito per la storia della Cappella Musicale Pontificia che attesta la qualità e professionalità che questa Istituzione ha raggiunto grazie al lavoro serio e assiduo di tutti sotto la guida del Maestro Direttore Mons. Massimo Palombella”.

Infine, sempre nel corso del medesimo evento, concluse: “La musica e l’arte sono fondamentali per il cristianesimo, in quanto non solo toccano le corde più profonde dell’uomo, ma perché quando sono destinate alla liturgia aiutano ad esprimere il cuore dell’evento cristiano, cioè l’Incarnazione”.

 

 

 

Di Grey